Spesso mi accorgo di come le persone che praticano yoga da poco tempo facciano fatica a togliere i calzini per la lezione. Può sembrare un gesto poco importante ma, in realtà, per la pratica yoga è basilare. Prima di tutto è un modo per tornare più liberi e selvaggi diciamo, senza le costrizioni che ogni giorno subiamo in ogni ambito.
Nel momento in cui srotoliamo il nostro tappetino e togliamo le calze, è come se lasciassimo andare le tensioni della giornata e diventiamo pronti per la pratica yoga. Togliere le calze può ricordare quando si giocava da bambini, e si era liberi da ogni pensiero o preoccupazione. Quindi perché non farlo? Anche se solo per la durata della lezione.
Sicuramente durante l’inverno o per motivi di igiene, a volte, si è più restii a liberarsene. Ma nello Yoga i piedi nudi sono importanti quanto la corretta respirazione. Ci fa tornare in contatto diretto con la terra e inoltre nello yoga, i piedi sono la base ed estensione delle Asana. Avere il piede libero ci fa aderire meglio al pavimento o tappetino e rende più stabili le posizioni, facendoci così concentrare su altri aspetti più importanti della pratica.
Senza dimenticare che camminare ogni tanto scalzi non può che portare benefici al corpo. Infatti, nei piedi ci sono molte terminazioni nervose che, entrando in contatto con la terra, eliminano stress e ansia. Inoltre stimola la circolazione sanguigna, rafforza il sistema venoso, e previene diverse malattie. Come sappiamo esiste una terapia chiamata riflessologia, la quale consiste nel liberare energie accumulate che non fluiscono in modo naturale provocando diverse patologie. Tutto ciò è reso grazie alla pressione esercitata sulla pianta del piede, pressione che noi stessi camminando scalzi possiamo iniziare a fare.