In questo articolo troverete le riflessioni delle studentesse del corfo formazione insegnanti Yoga 2020-2022 sui termini basilari dello Yoga
Valentina Follador
Che cos’ e’ lo yoga?
Marzia Giordano
Principi base dello yoga. l’inizio di un meraviglioso viaggio nel mondo della filosofia yoga
KARMA – SAMSKARA :
Samskara indica “impermanenza” definisce la ciclicità dell’esistenza, è il risultato delle azioni della nostra vita. Grazie allo yoga è possibile equilibrare questa ciclicità, riequilibrando le nostra energie, utilizzando solo ciò che è necessario. La nostra mente è piena di impressioni, di “IMPRONTE”, che creano il nostro pensiero e sfociano in tendenze, in modi di fare.
Questo genera Karma, ovvero la relazione tra AZIONE/CAUSA=EFFETTO.
“Ciò che oggi pensiamo, domani lo diremo e dopodomani lo faremo”, ogni nostro pensiero si manifesta successivamente nel nostro modo di agire e reagire alle situazioni della nostra vita.
Per questo è importante fare attenzione a come nutriamo la nostra mente, a quali pensieri, quali Vritty, fluttuazioni mentali, dominano il nostro pensare. L’obbiettivo dello yoga è renderci consapevoli di ciò e dominare, gestire, queste fluttuazioni, in modo da poter prendere il controllo dei nostri pensieri e dei nostri comportamenti.
Lo scopo di “agire nel modo giusto” è creare Karma positivo per giungere ad una piena realizzazione di sé.
DHARMA – KAYVALIA
Ogni individuo ha un compito, uno scopo nella sua esistenza. Questo viene definito Dharma ed è ciò che deve condizionare i nostri pensieri e guidare le nostre azioni.
La realizzazione di questo scopo definisce l’ auto-realizzazione del Sé, Kayvalia. È la piena consapevolezza di “chi siamo” ed è la via per poterci esprimere al meglio delle nostre potenzialità.
PURUSHA – PRAKTRITI
La dimora della nostra essenza vitale, del nostro vero Sè, è Purusha, questa ha sostanza eterna ed è in contrapposizione a Praktriti che definisce il manifestarsi materiale di purusha. Anche i nostri pensieri, la nostra mente, fanno parte di praktriti poiché sono volubili e condizionabili.
OM – MANTRA
I mantra sono stabilizzatori di coscienza che aiutano a dominare la vritty, i pensieri, e a stare in presenza, nel qui e ora, accompagnandoci lungo la strada verso noi stessi.
Il mantra nasce da un suono, questo è vibrazione e produce energia. La sua forza non è il suo significato ma il suo suono e l’intento con cui viene pronunciato.
Om è il mantra della creazione, un suono primordiale. Si dice che sia la frequenza dell’universo.
La ripetizione, Japa, di OM elimina gli ostacoli e ci prepara alla pratica, ci invita a dimorare in noi stessi guidandoci nella ricerca del nostro Purusha.
ASTHANGA YOGA – PATANJALI – SUTRA
Asthanga yoga definisce le 8 braccia, arti, dello yoga e della sua filosofia. Tramandati fino ai nostri tempi grazie a Patanjali che scrisse gli yoga sutra, gli aforismi dello yoga, un organizzazione sistematica delle pratiche associate alla yoga che guida il praticante, sadhaka verso la piena realizzazione del proprio sé, Purusha.
Gli yoga sutra non danno priorità ad una specifica divinità, per questo possono essere assunti da scuole e tradizioni diverse. Ed è probabilmente questo aspetto che ha reso il testo di Patanjali così universalmente condivisibile e praticabile.
Il praticante arriva a comprendere meglio se stesso grazie a svadhyaya, studio di sé, che avviene per mezzo di tre aspetti fondamentali dello yoga: Asana, Pranayama e Pratyahara.
Attraverso lo studio di queste pratiche si accede alla conoscenza che porta a Dharana, Dhyana e Samadhi, che definiscono i tre livelli di meditazione. Questi insieme a Yama e Nyama guidano il sadhaka nel suo percorso di crescita.
ASANA – PRANAYAMA
le Asana sono posture fisiche, hanno un principio energetico alla base che deve essere preso in considerazione quando le si esegue, perchè praticare Asana è differente dal fare ginnastica.
La chiave per capire ogni posizione è la respirazione, questa guida l’asana, è l’insegnante che ci indica se la postura è corretta o meno.
È importante percepire il Prana, energia che scorre nel corpo, in ogni posizione, cogliere i suoi movimenti nell’asana. Osservare la respirazione durante la pratica è la chiave per farlo. Dobbiamo mantenere un respiro fluido, non forzato. La consapevolezza e il controllo della respirazione e delle energie si definisce Pranayama.
PRATYAHARA
La presenza mentale è indicata come Pratyahara ed è un ponte tra le pratiche esterne ed interne.
Avviene quando si pratica un riassorbimento dei sensi, un’eliminazione di ogni distrazione esterna per entrare in contatto con la propria interiorità. È il tornare “a casa”, a “se stessi” , nel momento presente.
DHARANA – DHYANA – SAMADHI
La contemplazione di un oggetto esterno o interno a noi è definita Dharana, una concentrazione focalizzata che ci aiuta ad eliminare ogni distrazione. È importante scegliere bene il nostro focus perchè nella pratica avviene uno scambio di energia che alimenta e nutre le nostre sensazioni.
Questo concetto è anche spendibile nel nostro quotidiano: “noi siamo ciò che mangiamo, ciò che pensiamo, chi decidiamo di frequentare.” Poniamo sempre attenzione con cosa, o con chi, scambiamo la nostra energia, da chi o cosa facciamo nutrire il nostro corpo e la nostra mente.
Quando la nostra concentrazione diventa stabile, non si interrompe facilmente, avviene Dhyana, processo meditativo.
Inizialmente non esiste meditazione senza la concentrazione, è indispensabile avere un oggetto, un mantra, un pensiero su cui focalizzare la nostra mente.
Dharana e Dhyana sono scintille di sospensione delle fluttuazioni mentali ma quando si raggiunge il culmine della contemplazione si entra in Samadhi, dove l’individuo perde la sua identità e viene assorbito dall’oggetto di concentrazione. Samadhi si può definire come uno stato di grazia e di unione, il Sè singolo dell’individuo che si unisce al Sè universale, “La goccia d’acqua che diventa mare”.
YAMA – NYAMA
Yama e Nyama sono regole di comportamento e di stile di vita che il Sadhaka, praticante, deve osservare per poter comprendere e realizzare il proprio Kayvalia, scopo, auto-realizzazione.
AHIMSA è la regola più importante, si tratta della rinuncia alla violenza, non solo fisica.
Vuol dire non ferire se stessi e gli altri, accettarsi per come si è ed accettare gli altri per come sono. Coltivare compassione e comprensione verso se stessi ed il prossimo è alla base di questo principio morale.
Tra i Nyama, invece, è importante sottolineare la grande importanza che ha la forza di volontà, l’autodisciplina, nel percorso di un praticante. Questa forza è definita TAPAS, è un’energia che ci permette di superare gli ostacoli, è il calore della determinazione. Le restrizioni o il mettersi in gioco in cose difficili aumentano questa energia e provocano ascesa, un’azione che produce evoluzione, aumentando la nostra autostima e la sicurezza in noi stessi.
Concludo con SAMTOSHA, un principio che personalmente amo molto e che credo sia giusto menzionare tra gli assunti chiave per chi desidera avventurarsi nel mondo dello yoga. Samtosha indica la gioia di vivere, l’essere appagati della propria esistenza. Un appagamento che nasce dalla capacità di essere grati di ciò che la vita ci ha offerto. Non vuol dire accontentarsi ma saper cogliere il bello che riempe le nostre esistenze, spesso nascosto in cose piccole, ma piene di significato. Samtosha significa vivere avendo piena fiducia nel miracolo della vita, nella sue infinite possibilità di crescita e di rinascita.
——————————–
Ilaria Robaldo
È molto bello per me pensare a come rispondere a questa domanda visto che sono una principiante yoga, da poco entrata in questo mondo bellissimo. E la domanda che fin da subito mi sono posta è stata: ma alla fine che cos’è lo yoga? Cosa è una asana? che cosa distingue una pratica yoga da una lezione di stretching ??
Adriana Lago
Perché yoga ( per lo studente debuttante)
Yoga è qualcosa che si è…..
piu’ che qualcosa che si fa.
Attraverso la pratica di Asana, Pranayama, tecniche di respirazione Meditazione (Pratyhara, Dhiana, Dharama) puoi arrivare, piano piano, all’obbiettivo di questa disciplina, cosi antica, cosi affascinante:
la conoscenza del io piu’ profondo.
Essere, sentire, non essere, Percepire quella scintilla, attraverso il non pensiero
Placare la mente, stare con ciò che è, che è sempre stato e sempre sarà.
Difficile da comprendere, ma con la pratica costante, e possibile arrivare ad una comprensione… è necessario seguire alcune regole Yama (il mio comportamento verso gli altri e il pianeta) e Niyama (il mio comportamento verso me stesso).
Secondo gli yoga Sutra di Patanjali ( si suppone che abbia ereditato l’immenso materiale dei antichi testi sacri Veda, che sono il cuore dello yoga). Si raccomanda di approfondirli con un insegnante che a sua volta abbia studiato e praticato con un maestro competente, si potrà estrarne i mezzi con cui ognuno potrà diminuire la sofferenza (Dukha) e placare la nostra mente irrequieta (Vṛtti)
Andare verso la saggezza e felicità che abbiamo nel nostro intimo potenziale
La base per andare verso il cambiamento
Lo yoga è la capacità di dirigere la mente verso un unico oggetto senza distrazioni
Quando ti guardo, vedo l’infinito che è in te….
ma anche l’infinito che è in me
È uno stato di purezza senza il mondo materiale, non c’è ego, non c’è mio
E’ lasciarsi andare nel flusso della Vita, senza opposizione, resa incondizionata.
E’ lucidità e abilità nelle azioni
E’ stare nel presente, qui e ora, senza tempo
E’ fermare il chiacchiericcio della mente
E’ unione mente corpo e anima
E’ separazione dal mondo materiale
E’ non desiderio
E’ rimettere assieme i cocci di uno specchio rotto e rivedere la nostra immagine unificata
E’ beatitudine della nostra esistenza (sat cit Ananda)
E interruzione della sofferenza (andare verso il Samadhi)
E’ concentrazione su pensieri positivi, che mi restituiscono positività
E’ flessibilità, agilità e forza
E’ determinazione, perseveranza ed equilibrio
E’ Creatività e Gioia……………