Le basi dello Yoga

In questo articolo troverete le riflessioni delle studentesse del corfo formazione insegnanti Yoga 2020-2022 sui termini basilari dello Yoga

Valentina Follador

Che cos’ e’ lo yoga?

Per anni ho pensato che fosse una disciplina sportiva noiosa, mi chiedevo come si potesse stare un’ora sul tappetino cambiando si e no qualche posizione ,le famose Asana, respirando ad alta voce, Pranayama , o peggio ancora rimanendo immobili a occhi chiusi, fermi e immobil, Dhyana.
Solo dopo anni di tentativi dove mi concentravo a cercarne il senso ,perché il mio istinto mi portava a praticare pur non apprezzando a pieno, ore di lezioni,  libri e documentari  credo solo adesso (grazie al corso insegnanti) ho le idee più chiare e ne sono sempre più affascinata e rapita.
Ho capito che tutta la nostra giornata può essere vissuta e identificata con la parola yoga , che indica unione tra corpo, mente e respiro.
Perché anche quando ci confrontiamo con il mondo esterno siamo nello yoga ad es : quando mangiamo CIBI naturali privi di prodotti animali , pratichiamo la non violenza, Ahisma, quando parliamo e interagiamo con le persone nella nostra autenticità senza sovrastrutture, senza manipolare, insomma quando siamo veri , Sathia,  o quando  senza cadere negli eccessi attuando meccanismi di compensazione nel troppo cibo o troppo sesso invece di affrontare le nostre paure, guardarle, con tutta la presenza e l’amore.
Ho capito ad es che anche il modo in cui mi occupo di me, della mia casa  è yoga , la pulizia, gli incensi, i profumi naturali  una semplice candela può cambiare e migliorare l’energia della stanza intera, SAUCA, o le piccole grandi cose che mi impegno a fare ogni giorno , cercando di seguire una routine che mi permette di praticare alla stessa ora nonostante il sonno e la pigrizia ,Tapas.
E quando esco e vado a camminare in natura anche quello è yoga, tutti i miei sensi sono un tutt’ uno con quello che vedo e sento, con l’aria e le piante, con il cielo e la terra, Pratyahara.
È poi quella mezz’oretta al giorno in cui mi fermo, e semplicemente mi siedo in silenzio ritornando a me, al mio respiro,  al mio mondo nonostante il mondo fuori vada alla velocità della luce , anche li sono nell’ Unione con il tutto perché il tutto è dentro di me.
Probabilmente la mia visione dello yoga anche solo fra un anno sarà ancora diversa, piu’ profonda e ancora più completa, ognuno di noi  è  in evoluzione,  e tutto cambia, e più pratichi più la mente e il corpo si puliscono e vibrano con energie più alte .. non vedo l’ora di perseguire in questo cammino unico e meraviglioso coinvolgendo quante più persone possibili.

Marzia Giordano

Principi base dello yoga. l’inizio di un meraviglioso viaggio nel mondo della filosofia yoga

 KARMA – SAMSKARA :

Samskara indica “impermanenza” definisce la ciclicità dell’esistenza, è il risultato delle azioni della nostra vita. Grazie allo yoga è possibile equilibrare questa ciclicità, riequilibrando le nostra energie, utilizzando solo ciò che è necessario. La nostra mente è piena di impressioni, di “IMPRONTE”, che creano il nostro pensiero e sfociano in tendenze, in modi di fare.

Questo genera Karma, ovvero la relazione tra AZIONE/CAUSA=EFFETTO.

“Ciò che oggi pensiamo, domani lo diremo e dopodomani lo faremo”, ogni nostro pensiero si manifesta successivamente nel nostro modo di agire e reagire alle situazioni della nostra vita.

Per questo è importante fare attenzione a come nutriamo la nostra mente, a quali pensieri, quali Vritty, fluttuazioni mentali, dominano il nostro pensare. L’obbiettivo dello yoga è renderci consapevoli di ciò e dominare, gestire, queste fluttuazioni, in modo da poter prendere il controllo dei nostri pensieri e dei nostri comportamenti.

Lo scopo di “agire nel modo giusto” è creare Karma positivo per giungere ad una piena realizzazione di sé.

 

DHARMA – KAYVALIA

Ogni individuo ha un compito, uno scopo nella sua esistenza. Questo viene definito Dharma ed è ciò che deve condizionare i nostri pensieri e guidare le nostre azioni.

La realizzazione di questo scopo definisce l’ auto-realizzazione del Sé, Kayvalia. È la piena consapevolezza di “chi siamo” ed è la via per poterci esprimere al meglio delle nostre potenzialità.

 

PURUSHA – PRAKTRITI

La dimora della nostra essenza vitale, del nostro vero Sè, è Purusha, questa ha sostanza eterna ed è in contrapposizione a Praktriti che definisce il manifestarsi materiale di purusha. Anche i nostri pensieri, la nostra mente, fanno parte di praktriti poiché sono volubili e condizionabili.

 

OM – MANTRA

I mantra sono stabilizzatori di coscienza che aiutano a dominare la vritty, i pensieri, e a stare in presenza, nel qui e ora, accompagnandoci lungo la strada verso noi stessi.

Il mantra nasce da un suono, questo è vibrazione e produce energia. La sua forza non è il suo significato ma il suo suono e l’intento con cui viene pronunciato.

Om è il mantra della creazione, un suono primordiale. Si dice che sia la frequenza dell’universo.

La ripetizione, Japa, di OM elimina gli ostacoli e ci prepara alla pratica, ci invita a dimorare in noi stessi guidandoci nella ricerca del nostro Purusha.

 

ASTHANGA YOGA – PATANJALI – SUTRA

Asthanga yoga definisce le 8 braccia, arti, dello yoga e della sua filosofia. Tramandati fino ai nostri tempi grazie a Patanjali che scrisse gli yoga sutra, gli aforismi dello yoga, un organizzazione sistematica delle pratiche associate alla yoga che guida il praticante, sadhaka verso la piena realizzazione del proprio sé, Purusha.

Gli yoga sutra non danno priorità ad una specifica divinità, per questo possono essere assunti da scuole e tradizioni diverse. Ed è probabilmente questo aspetto che ha reso il testo di Patanjali così universalmente condivisibile e praticabile.

Il praticante arriva a comprendere meglio se stesso grazie a svadhyaya, studio di sé, che avviene per mezzo di tre aspetti fondamentali dello yoga: Asana, Pranayama e Pratyahara.

Attraverso lo studio di queste pratiche si accede alla conoscenza che porta a Dharana, Dhyana e Samadhi, che definiscono i tre livelli di meditazione. Questi insieme a Yama e Nyama guidano il sadhaka nel suo percorso di crescita.

 

ASANA – PRANAYAMA

le Asana sono posture fisiche, hanno un principio energetico alla base che deve essere preso in considerazione quando le si esegue, perchè praticare Asana è differente dal fare ginnastica.

La chiave per capire ogni posizione è la respirazione, questa guida l’asana, è l’insegnante che ci indica se la postura è corretta o meno.

È importante percepire il Prana, energia che scorre nel corpo, in ogni posizione, cogliere i suoi movimenti nell’asana. Osservare la respirazione durante la pratica è la chiave per farlo. Dobbiamo mantenere un respiro fluido, non forzato. La consapevolezza e il controllo della respirazione e delle energie si definisce Pranayama.

 

PRATYAHARA

La presenza mentale è indicata come Pratyahara ed è un ponte tra le pratiche esterne ed interne.

Avviene quando si pratica un riassorbimento dei sensi, un’eliminazione di ogni distrazione esterna per entrare in contatto con la propria interiorità. È il tornare “a casa”, a “se stessi” , nel momento presente.

 

DHARANA – DHYANA – SAMADHI

La contemplazione di un oggetto esterno o interno a noi è definita Dharana, una concentrazione focalizzata che ci aiuta ad eliminare ogni distrazione. È importante scegliere bene il nostro focus perchè nella pratica avviene uno scambio di energia che alimenta e nutre le nostre sensazioni.

Questo concetto è anche spendibile nel nostro quotidiano: “noi siamo ciò che mangiamo, ciò che pensiamo, chi decidiamo di frequentare.” Poniamo sempre attenzione con cosa, o con chi,  scambiamo la nostra energia, da chi o cosa facciamo nutrire il nostro corpo e la nostra mente.

Quando la nostra concentrazione diventa stabile, non si interrompe facilmente, avviene Dhyana, processo meditativo.

Inizialmente non esiste meditazione senza la concentrazione, è indispensabile avere un oggetto, un mantra, un pensiero su cui focalizzare la nostra mente.

Dharana e Dhyana sono scintille di sospensione delle fluttuazioni mentali ma quando si raggiunge il culmine della contemplazione si entra in Samadhi, dove l’individuo perde la sua identità e viene assorbito dall’oggetto di concentrazione. Samadhi si può definire come uno stato di grazia e di unione, il Sè singolo dell’individuo che si unisce al Sè universale, “La goccia d’acqua che diventa mare”.

 

YAMA – NYAMA

Yama e Nyama sono regole di comportamento e di stile di vita che il Sadhaka, praticante, deve osservare per poter comprendere e realizzare il proprio Kayvalia, scopo, auto-realizzazione.

AHIMSA è la regola più importante, si tratta della rinuncia alla violenza, non solo fisica.

Vuol dire non ferire se stessi e gli altri, accettarsi per come si è ed accettare gli altri per come sono. Coltivare compassione e comprensione verso se stessi ed il prossimo è alla base di questo principio morale.

Tra i Nyama, invece, è importante sottolineare la grande importanza che ha la forza di volontà, l’autodisciplina, nel percorso di un praticante. Questa forza è definita TAPAS, è un’energia che ci permette di superare gli ostacoli, è il calore della determinazione. Le restrizioni o il mettersi in gioco in cose difficili aumentano questa energia e provocano ascesa, un’azione che produce evoluzione, aumentando la nostra autostima e la sicurezza in noi stessi.

Concludo con  SAMTOSHA, un principio che personalmente amo molto e che credo sia giusto menzionare tra gli assunti chiave per chi desidera avventurarsi nel mondo dello yoga. Samtosha indica la gioia di vivere, l’essere appagati della propria esistenza. Un appagamento che nasce dalla capacità di essere grati di ciò che la vita ci ha offerto. Non vuol dire accontentarsi ma saper cogliere il bello che riempe le nostre esistenze, spesso nascosto in cose piccole, ma piene di significato. Samtosha significa vivere avendo piena fiducia nel miracolo della vita, nella sue infinite possibilità di crescita e di rinascita.

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Ilaria Robaldo

Quali termini sono più importanti per gruppi principianti yoga

È molto bello per me pensare a come rispondere a questa domanda visto che  sono una principiante yoga, da poco entrata in questo mondo bellissimo. E  la domanda che fin da subito mi sono posta è stata: ma alla fine che cos’è lo yoga? Cosa è una asana? che cosa distingue una pratica yoga da una lezione di stretching ??

In passato, quando  avevo frequentato qualche lezione di yoga -prima di conoscere la scuola di Irina-, queste domande erano rimaste senza risposta: facevo ginnastica e basta in pratica. E quindi dopo poco mi annoiavo.
Con la scuola di Irina qualcosa è cambiato, ho sentito da subito una particolare energia circolare , mi sentivo bene nel corpo e felice. Ho capito quindi che c’era qualcosa di piu’ oltre alla semplice posizione fisica.
Quindi, quello che a mio parere è importante spiegare da subito a chi si avvicina al mondo dello yoga è che cosa stanno facendo! E quindi i concetti di  Yoga e Asana: che cos’ è lo yoga? a cosa serve? Perchè si fanno le Asana?
Per illustrare il concetto di  Yoga, ho trovato molto utile il sutra di Patanjali (I.2) : lo Yoga è la cessazione degli stati mutevoli della mente. 
Cioè, lo yoga è un insieme di pratiche che permettono di calmare la mente.Per quale motivo?  “Banalmente”, per rilassarsi, per stare meglio…..o, ad un livello piu’ profondo, per connetterci con il nostro Sè piu’ profondo ( “Purusa”), il centro della coscienza. Perchè quando siamo persi, identificati, con i nostri pensieri e quindi le nostre emozioni, siamo sconnessi dal nostro vero Se’. Siamo identificati con loro e dimentichiamo chi siamo veramente. I concetti di Purusa e quello di Prakti (la realtà oggettiva) sono anche certamente utili per comprendere il senso dello Yoga : ma li rimanderei alle lezioni successive 😉
Come si calma la mente attraverso lo Yoga? Con la pratica e il distacco . La pratica (abhyasa) deve essere fatta con impegno regolarità e per un periodo prolungato . Il distacco (vairagya) permette di osservare i nostri pensieri e stati d’animo senza attaccarsi o  identificarsi con essi: si rimane vigili per evitare che il mentale oscuri la coscienza pura
Come si fa la pratica yoga ? (Anche) con le Asana . Cosa è un’Asana: anche qui è utile fare riferimento alla definizione di Patanjali: è una postura stabile e confortevole,  ottenuta con il rilassamento .Un’asana stabile e confortevole, senza sforzo allenta tensioni fisiche e mentale . Allena il corpo e lo rende stabile e agevola il fermarsi della mente. Con la pratica dell’Asana il corpo si rilassa  e la mente puo’ essere orientata verso la meditazione e il distacco.
Infine, lo yoga è solo Asana? Solo le Asana calmano la mente? Non solo: anche la respirazione  recitare i mantra… e molto altro…ma questo dalla seconda lezione……;-)
Ilaria
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Adriana Lago

Perché yoga ( per lo studente debuttante)

Yoga è qualcosa che si è…..

piu’ che qualcosa che si fa.

Attraverso la pratica di Asana, Pranayama, tecniche di respirazione Meditazione (Pratyhara, Dhiana, Dharama) puoi arrivare, piano piano, all’obbiettivo di questa disciplina, cosi antica, cosi affascinante:

la conoscenza del io piu’ profondo.

 

Essere, sentire, non essere, Percepire quella scintilla, attraverso il non pensiero

Placare la mente, stare con ciò che è, che è sempre stato e sempre sarà.

Difficile da comprendere, ma con la pratica costante, e possibile arrivare ad una comprensione… è necessario seguire alcune regole Yama (il mio comportamento verso gli altri e il pianeta) e Niyama (il mio comportamento verso me stesso).

Secondo gli yoga Sutra di Patanjali ( si suppone che abbia ereditato  l’immenso materiale dei antichi testi sacri Veda, che sono il cuore dello yoga). Si raccomanda di approfondirli con un insegnante che a sua volta abbia studiato e praticato con un maestro competente, si potrà estrarne i mezzi con cui ognuno potrà diminuire la sofferenza (Dukha) e placare la nostra mente irrequieta (Vṛtti)

 

Andare verso la saggezza e felicità che abbiamo nel nostro intimo potenziale

La base per andare verso il cambiamento

Lo yoga è la capacità di dirigere la mente verso un unico oggetto senza distrazioni

Quando ti guardo, vedo l’infinito che è in te….

ma anche l’infinito che è in me

 

 

È uno stato di purezza senza il mondo materiale, non c’è ego, non c’è mio

E’ lasciarsi andare nel flusso della Vita, senza opposizione, resa incondizionata.

E’ lucidità e abilità nelle azioni

E’ stare nel presente, qui e ora, senza tempo

E’ fermare il chiacchiericcio della mente

E’ unione mente corpo e anima

E’ separazione dal mondo materiale

E’ non desiderio

E’ rimettere assieme i cocci di uno specchio rotto e rivedere la nostra immagine unificata

E’ beatitudine della nostra esistenza (sat cit Ananda)

E interruzione della sofferenza (andare verso il Samadhi)

E’ concentrazione su pensieri positivi, che mi restituiscono positività

E’ flessibilità, agilità e forza

E’ determinazione, perseveranza ed equilibrio

E’ Creatività e Gioia……………

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